È morta la città
la nostra piazza
di funamboli e vetrine
le palpebre serrate
dei negozi
il sibilo dell’aria
unica voce.
Soltanto il vento
senza aquiloni
spazzati
nei bidoni di ieri
e panche nude
mani ad afferrare
l’imprendibile.
Rivedo il selciato
nessuna orma
nè il vociare allegro
nè lo strepitìo di bimbi
e scheletri di silenzio
sopra il pontile.
È rimasto il mare
a sfiorare la pelle
carezze di onde
a consolar la sera
divorata dal mostro.
E non mi fermerò
squarcerò il velo
e lo ritroveremo
il canale di ieri
energie mai viste.
Riprenderò il volo
oltre folli steccati
e varcherò il limes.
Per rinascere
nell’azzurro pianeta
dei progetti sospesi.
Fra mani di luce.
(Foto di Aldo Marinelli)
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